San Valentino e la sindrome del cuore spezzato

San Valentino e la sindrome del cuore spezzato

Sono pochi i giorni del calendario in cui, credenti e non, sono in grado di associare a memoria il nome del santo che si celebra. San Silvestro, 31 dicembre. Santo Stefano, 26 dicembre. San Valentino, 14 febbraio. La festa degli innamorati. Un evento in grado di suscitare diverse emozioni in tutti quanti noi. Gioia, passione e felicità per alcuni. Tristezza, depressione e rimpianti per altri.

Perché in amore è così: a volte si vince e, altre volte, si perde. Importante è che non si esca sconfitti in salute. In che modo?

Con la cosiddetta “sindrome del cuore spezzato” per esempio. Una patologia che è conosciuta anche con il nome giapponese di “Takotsubo**”.** Come mai?

Era il 1990 quando tre cardiologi giapponesi di Hiroshima riportarono per la prima volta l’esistenza di una sindrome cardiaca acuta che assomigliava all’infarto ma senza che i pazienti presentassero ovvie lesioni alle arterie coronarie. Il loro cuore nella regione dell’apice, in basso, mostrava una strana forma a palloncino, che assomigliava alle bisacce che si usano come trappole in Giappone per catturare i polpi, con una base allargata e un collo stretto, chiamate in giapponese “takotsubo”. I sintomi principali simulano quelli di un infarto e includono dolore al torace e respiro corto. L’innesco può sopraggiungere a seguito di eventi negativi o situazioni di ansia e preoccupazione. Come ad esempio le delusioni amorose. Anche se non è ancora chiara la causa effettiva di questa condizione, si ritiene che un ruolo importante possa essere rivestito dalla scarica di ormoni dello stress rilasciata in seguito all’attivazione del sistema simpatico del sistema nervoso autonomo, causata da un evento fisico o emozionale particolarmente intenso.

A fronte di questo scenario, è importante che si impari a riconoscere e gestire l’ansia, arrivando a controllare le proprie reazioni ed emozioni di fronte a situazioni di stress. Impariamo quindi a vivere San Valentino e, in generale, gli eventi sentimentali con quel leggero distacco che rende la vita meno opprimente. Perché le strade dell’amore sono infinite…quelle della salute purtroppo no.