I rischi della fibrillazione atriale. Quando il cuore va in cortocircuito
Il cuore è il motore dell'esistenza, un meccanismo perfetto che lavora senza sosta per trasmettere la vita a tutti gli organi di cui è composto il corpo umano. Al pari di qualsiasi congegno meccanico, anche il muscolo cardiaco necessita di attenzioni particolari che evitino il rischio di battute d'arresto o di accelerazioni incontrollate.
L'anomalia più diffusa del ritmo cardiaco è la fibrillazione atriale, un cortocircuito del cuore nel quale il ritmo normale viene sostituito da un'attività elettrica scoordinata e irregolare. L'aritmia determina forti palpitazioni e una sensazione di battito accelerato e irregolare, disturbi che possono comportare anche fatica nel respirare e un immediato affaticamento per attività fisiche abitualmente svolte senza problemi. Le cause principali dell'insorgere di questa malattia sono l'invecchiamento e l'ipertensione arteriosa, anche se a facilitarne la comparsa possono essere alcuni stili di vita poco corretti, come ad esempio l'eccesso di calorie con conseguente obesità, il fumo e l'eccessivo consumo di alcool. Se non arrestata in tempo, grazie ai consigli e alle terapie del proprio medico di fiducia, la fibrillazione atriale può provocare complicanze molto più gravi della tachicardia tra le quali l'ictus cerebrale, causato dalla migrazione di coaguli di sangue (trombi) dal cuore al cervello, capaci di occludere improvvisamente un vaso cerebrale e determinare deficit improvvisi quali la perdita della forza di un arto, la difficoltà ad esprimersi e problemi legati alla vista.
Oltre all'adozione di uno stile di vita regolare e privo di eccessi, è possibile seguire un trattamento farmacologico basato sulla somministrazione di medicinali anticoagulanti, in grado di evitare la formazione di coaguli di sangue, e di quelli antiritmici, che contribuiscono a ripristinare un regolare ritmo cardiaco. Per quei pazienti che sono fortemente disturbati dalla patologia ma che non hanno tratto beneficio dai farmaci antiaritmici, esiste inoltre da anni l'ablazione, un intervento curativo efficace contro la fibrillazione atriale recidivante tramite il quale, con l'inserimento nelle vene di sondini che vengono spinti fino al cuore, si praticano piccole bruciature dei circuiti elettrici cardiaci anomali che sostengono l'aritmia.