La salute non va messa in quarantena
Due mesi di rallentamento.
Una macchina lanciata ai 100km/h che, a un certo punto, deve arrestare la propria corsa.
È questa l’impressione condivisa dalla maggior parte di noi a margine del cosiddetto “lockdown”.
Un momento in cui tutto è stato messo in standby. Il lavoro, gli amici, le abitudini…insomma: la nostra vita.
Ferma per circa 60 giorni ai box…ora quest’autovettura freme dalla voglia di ripartire, di tornare a sfrecciare in pista.
Ma sarà capitato a tutti che, dopo un lungo periodo di inattività, una volta girata la chiave…l’automobile non parta.
A volta è la batteria, altre volte la candela o la componente elettrica…importante è affidarsi a un “meccanico” competente.
Perché nonostante in casa ognuno di noi si sia dilettato in esercizi fisici e attività amatoriali, dalla palestra fai da te alla cucina, il nostro organismo è stato a riposo per molto tempo.
Quindi, prima di riprendere l’attività fisica non agonistica, alla vigilia del ritorno in palestra o della partitella di calcetto con gli amici, è importante sottoporsi a uno screening accurato.
Una visita cardiologica specialistica e un ecocardiogramma sono due accortezze che, in ottica di prevenzione, qualsiasi atleta in erba dovrebbe adottare prima di riaffacciarsi allo sport.
Quest’approccio, infatti, è una procedura che garantisce la possibilità di praticare l’attività sportiva preferita in totale sicurezza, escludendo patologie asintomatiche ma potenzialmente rischiose.
Pertanto, contattate uno specialista o un centro specializzato…perché la salute non va mai messa in quarantena!