Malattie del cuore: una vera pandemia

Malattie del cuore: una vera pandemia

Tempi duri per la Sanità. Italiana e mondiale.
Comunità scientifica internazionale e popolazione di tutti i continenti stanno affrontando una situazione che, almeno in epoca moderna, non si era mai vissuto prima.
Parliamo di una pandemia, termine che deriva dal greco πανδήμιος, ovvero «di tutto il popolo».
A dimostrazione che questo scenario, purtroppo, è di quanto più democratico ci sia.
Colpisce tutti, indifferentemente da provenienza, età, sesso e ceto sociale.

Eppure, una fascia di persone sta subendo delle conseguenze davvero drammatiche: le persone affette da problemi di cuore.
Secondo alcune recenti stime, infatti, a causa dell’emergenza sanitaria molti pazienti con problemi cardiologici non si sono sottoposti con regolarità ai consueti controlli medici.

Motivo? Semplice. 
L’attività ambulatoriale cardiologica è stata drasticamente ridotta al fine di dedicare personale ai reparti COVID-19.
Una riconversione che ha fatto registrare un netto calo di circa il 30-40% dei ricoveri per sindrome coronarica acuta e per scompenso cardiaco.

Buon segnale? Niente affatto. Purtroppo.
La riduzione delle visite specialistiche ha generato un aumento di oltre 3 volte dei tassi di mortalità per infarto miocardico STEMI (da 4,1% al 13,7).

È fondamentale quindi, da un lato, continuare a non sottovalutare la pericolosità del Coronavirus e di assumere condotte responsabili nella nostra quotidianità e, dall’altro, ricordarsi che le patologie cardiovascolari restano ancora oggi la prima causa di morte in Italia e nel mondo.
Le malattie del cuore, infatti, causano ogni anno 18,5 milioni di decessi nel mondo, di cui 230mila solo in Italia.

Pertanto, è importante iniziare l’anno nuovo con il piede giusto, non facendo calare l’attenzione nei confronti di una pandemia che esiste ormai da tempo. E che, purtroppo, ancora oggi è caratterizzata da tassi di mortalità molto elevati.