Problemi cardiovascolari. Quando la soluzione è andare al cuore del problema
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la prima causa di morte in Italia. Secondo le stime, inoltre, i costi sanitari diretti per il nostro Sistema sanitario nazionale si aggirano intorno ai 16 miliardi di euro.
L’Italia si attesta al 20esimo posto a livello mondiale per lo stato di salute dei cittadini, secondo lo Studio “Global Burden of Disease” di recente pubblicato su The Lancet : tra le principali problematiche di salute del nostro Paese il sovrappeso, negli adulti ma soprattutto nei bambini, la qualità dell’aria e l’abitudine al fumo di sigaretta. Tutti aspetti, quelli elencati, che ritroviamo tra i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, patologie responsabili, nella sola Unione Europea, del 49% delle morti sia nell’uomo che nella donna e, secondo le statistiche mondiali, con un’incidenza in costante aumento.
Il numero di persone che si ammalano ogni anno è in crescita e l’impatto del rischio cardiovascolare e del colesterolo è significativo. Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Europa e in Italia e si prevede che nel 2030 i decessi annui aumenteranno da 17 a 23 milioni.
Circa 20 miliardi l'anno i costi diretti per il Ssn: il ruolo chiave di una prevenzione efficace e di un adeguato trattamento. Le patologie cardiovascolari hanno impatto significativo in termini socio-economici che si traduce in costi, diretti e indiretti, a carico del Sistema Sanitario Nazionale e del sistema previdenziale: costi di gestione e trattamento delle patologie cardiovascolari ma anche costi legati alla mancata prevenzione, all’impatto di queste patologie sull’assenza sul posto di lavoro e sulla produttività etc. Si delinea così un’emergenza globale, come confermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che, proprio per questo, che sta sollecitando i Paesi aderenti a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle malattie croniche non trasmissibili del 25% entro l’anno 2025.
Le malattie cardiovascolari hanno un impatto come costi diretti per il Ssn che ammonta a circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi di euro calcolabili come perdita di produttività. Secondo i dati INPS, le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima voce di costo in termini di assegni di invalidità (dati INPS 2001-2015) e il 21% del totale delle prestazioni erogate dall’Ente per gruppi di patologie. Un aspetto, quello dei costi correlati alle patologie cardiovascolari che viene spesso dimenticato.