studio elettrofisiologico endocavitario (SEF)
Lo studio elettrofisiologico endocavitario è un esame che studia il sistema elettrico del cuore, responsabile dell’origine e della conduzione degli impulsi elettrici che permettono al cuore di contrarsi e di svolgere la propria funzione. Quando il sistema elettrico del cuore presenta delle anomalie, si verificano delle aritmie cardiache, che possono manifestarsi con un battito troppo accelerato o troppo lento o irregolare, causando sintomi quali palpitazioni, difficoltà nel respiro, vertigini, perdita di coscienza. Le aritmie cardiache possono essere causate da diversi meccanismi: presenza di una via elettrica anomala o di un circuito elettrico o di un focolaio che scarica impulsi ad alta frequenza o di impulsi disorganizzati che fanno contrarre il cuore in maniera rapida ed irregolare oppure da un cattivo funzionamento delle strutture da cui originano gli impulsi elettrici “normali” o sinusali quali il nodo del seno o il nodo atrio-ventricolare. Le aritmie inoltre possono essere generate in diverse sedi del cuore.
Lo studio elettrofisiologico endocavitario consente la diagnosi precisa del meccanismo e della sede dell’aritmia e rappresenta la base per un corretto trattamento.
- » Informativa procedurale per i pazienti
Come si fa lo studio elettrofisiologico?
Questo esame consiste nell’introduzione di alcuni sondini attraverso la vena femorale e, se necessario, attraverso la vena succlavia o giugulare. Le zone dove sono inseriti i sondini (o cateteri) sono l’inguine destro o sinistro (per la vena femorale) e la spalla sinistra, sotto la clavicola, (per la vena succlavia), il collo per la giugulare; queste zone vengono disinfettate e preparate con un anestetico locale. Dopo averli introdotti nei vasi, i cateteri vengono spinti fino al cuore sotto la guida dei raggi x e posizionati in alcune zone (atrio destro, ventricolo destro, setto interatriale e seno coronarico). Attraverso questi cateteri è possibile registrare i segnali elettrici provenienti dalle diverse zone del cuore, stimolare il cuore attraverso impulsi elettrici artificiali ed indurre aritmie responsabili dei disturbi che il paziente avverte durante la vita quotidiana. Lo studio elettrofisiologico dura in media 30 minuti.
Al termine, in base ai risultati dello studio, si possono verificare diverse condizioni:
- Lo studio elettrofisiologico non evidenzia alcuna aritmia, è possibile quindi che i sintomi non siano dovuti a disturbi del sistema elettrico del cuore;
- La aritmia può essere eliminata tramite l’ablazione transcatetere mediante radiofrequenza, che viene eseguita nella medesima seduta;
- La sua aritmia non può essere eliminata con l'ablazione, in tal caso sarà prescritta una terapia farmacologica.